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Vantaggi e svantaggi
Il meccanismo del Conto energia è stato atteso da anni da parte degli operatori del settore, soprattutto quando
le sue qualità si sono messe in luce in Germania nel mese di maggio del 2004, dove si è generato un vero e proprio volano economico, occupazionale e culturale. Se si
considera che tra gli stati europei l'Italia è uno dei più assolati, soprattutto nelle regioni meridionali, risulta quantomeno curioso che
il settore fotovoltaico fosse in assoluto tra i meno sviluppati al mondo,
stando ai dati del 2004.
Con le dovute approssimazioni del caso, si rileva come usando tecnologie comuni
un impianto fotovoltaico sia in grado di generare approssimativamente 1150 kWh
annui per ogni kWp di moduli fotovoltaici installati. Questo valore sale fino a
1500 kWh spostandosi progressivamente verso sud. Questi dati stridono
fortemente se paragonati ai 600 kWh/kWp annui della regione tedesca, ai vertici
mondiali in quanto a produzione elettrica da fonte fotovoltaica.
La favorevole situazione climatica italiana permette al beneficiario di
rientrare interamente dei costi sostenuti entro il decimo anno, e di realizzare
approssimativamente altrettanto nei successivi 10 anni. Al sud la situazione
migliora ulteriormente, poiché l'investimento tende a rientrare in 8 anni circa.
Di contro, a differenza dei finanziamenti a fondo perduto precedentemente
impiegati per incentivare il settore, non vi è alcuno strumento di agevolazione per l'esborso necessario alla realizzazione
dell'impianto fotovoltaico. Addirittura l'agevolazione IRPEF dedicata alle
ristrutturazioni edilizie è stata resa parzialmente incompatibile con le tariffe incentivanti, decurtandole
di 1/3 per tutti i vent'anni previsti.
Per gli impianti non superiori a 20 kW, con il nuovo decreto di febbraio 2006, è possibile scegliere fra 2 opzioni, la prima prevede di sottoscrivere con il
distributore locale un contratto di scambio sul posto, in tal caso è incentivata la produzione per i propri consumi e ciò implica che è vantaggioso dimensionare l'impianto sul proprio fabbisogno. Eventuale eccedenza
di produzione non viene pagata ma messa in un conto e consumabile sino a tre
anni più tardi.
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L'altra opzione prevede che l'incentivo venga erogato per tutta la produzione
immessa in rete o autoconsumata in parte o in toto, in loco e nel momento che
viene prodotta. Tuttavia quest'ultima possibilità, pur allineando la tariffa a quella degli impianti superiori, è preclusa ai privati, a causa della necessità che il titolare dell'impianto abbia personalità giuridica.
La situazione attuale
Di fatto reso operativo il 19 settembre 2005, il Conto energia ha avuto un
successo inaspettato, esaurendo in soli 9 giorni lavorativi il monte impianti
finanziabile secondo il Ministero fino al 2012, di 100 MWp. Con il decreto di
febbraio 2006, la capacità incentivabile è stata incrementata da 100 a 500 MW sino al 2015.
Secondo quanto dichiarato dal GSE stesso mediante comunicato stampa, i dati
relativi alle domande presentate dal 19 settembre 2005 al 31 dicembre 2005 sono
stati:
11915 richieste pervenute per un totale di 345,5 MWp;
9121 richieste approvate per un totale di 266 MWp.
Questo successo al di là di ogni previsione, secondo alcuni avrebbe rappresentato la prova dalle
esigenze del mercato da troppo tempo disattese nelle precedenti legislature.
Secondo altri avrebbe invece rappresentato la prova della mancanza di
cognizione di causa da parte della legislatura Berlusconi, che avrebbe risposto
alle richieste del mercato ponendo un contingentamento di settore immotivato e
deleterio (inesistente nella già citata realtà tedesca). Secondo altri ancora, il prematuro raggiungimento del
contingentamento sarebbe da attribuirsi ad una non meglio chiarita operazione
di "inquinamento di mercato" da parte di grandi compagnie energetiche estranee
al settore fotovoltaico, le uniche che secondo costoro sarebbero dotate di
sufficienti agganci politici per ottenere le informazioni necessarie a produrre
migliaia di domande in così poco tempo; domande le cui specifiche erano coperte da assoluta segretezza fino
ad 9 giorni prima della scadenza. Alla data odierna, tuttavia, nessun soggetto
si è prodotto in dichiarazioni ufficiali circa la fondatezza o meno di questi
sospetti. Nessun soggetto privato ha infatti accesso alle informazioni relative
alle identità dei beneficiari degli incentivi, senza le quali
queste ed altre voci non possono essere considerate attendibili.
Va inoltre notato che il fatto che non esista alcuna penale per la mancata
realizzazione dell'impianto rende le sedute di approvazione delle tariffe
artificiosamente affollate di pratiche senza alcun futuro.
Nel mese di dicembre 2005 il Ministero delle Attività Produttive ha deliberato l'innalzamento del tetto massimo a 500 MWp (pur se
divisi in step successivi), riaprendo di fatto istantaneamente le sorti del
Conto energia in Italia, che ora sono contingentate annualmente a 85 MWp.
Nel mese di giugno 2006 il neo-ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha
rilasciato un'intervista nella quale dichiarava apertamente che il primo dei
suoi interventi sarebbe stato la revisione delle regolamentazioni per lo
sviluppo del settore fotovoltaico italiano, in concerto con il Ministero dello
Sviluppo Economico, che nell'attuale legislatura ha sostituito il Ministero
delle Attività Produttive. Tutti gli operatori di settore sono concordi nell'interpretare
queste affermazioni nella volontà di correggere i tre punti più critici del conto energia: il tetto annuo, le tariffe progressive all'aumentare
della dimensione impianto e la mancanza di penale sulla mancata realizzazione
impianto. In particolare, l'intervento in assoluto più atteso è la risoluzione definitiva del problematico tetto annuo, non tanto con
l'eliminazione del contingentamento, quanto con l'eliminazione dell'intero iter
burocratico delle domande di ammissione. Sono infatti moltissimi gli impianti
autorizzati dal GSE ma impossibili da realizzare per motivi normativi o
addirittura tecnici.
I vizi presenti ma non rilevati includono casi di:
• Indirizzi inesistenti;
• Fondi sotto palese vincolo ambientale;
• Impianti multipli sullo stesso fondo;
• Impianti N volte più grandi della dimensione del fondo su cui dovranno poggiare;
• Mancanza di proprietà e/o possesso sul fondo da parte dell'intestatario;
• Soggetti giuridici inesistenti (ovvero Partite IVA errate);
Incongruenza tra tipologia di beneficiario e tipologia impianto (privati
intestatari di impianti > 20 kWp).
La numerosità di queste casistiche sembrerebbe confermare che in sede di approvazione dei
progetti, i periti nominati da GSE per lo scrutinamento non si occupino di
effettuare alcuna verifica, dando indiretto adito a chi intravvede
nell'intricato iter burocratico dei fini diversi dal mero contingentamento.
Nel mese di agosto 2006, tardando ogni iniziativa da parte del legislatore, il
GSE ha ufficialmente comunicato l'esaurimento del contingentamento 2006 durante
la sola scadenza di marzo, dove come previsto la risposta del mercato è risultata in rapporto di 4:1 rispetto ai tetti disponibili. Le domande di
ammissione al conto energia nel frattempo inviate dai privati durante il mese
di giugno sono state messe agli atti come "non analizzate". Va notato che il
GSE, nonostante avesse ufficialmente l'incarico di comunicare tempestivamente
l'esaurimento dei tetti, e nonostante avesse nel frattempo ceduto la gestione
della rete nazionale a Terna SpA per meglio concentrare le forze sul
fotovoltaico, abbia tardato di oltre 4 mesi questa comunicazione, vanificando
il lavoro di 3 mesi dell'intero settore con relativo indotto. Va evidenziato
comunque che per ovviare per tempo a questo disservizio, il GSE si era prodotto
in dichiarazioni negative in tal senso, seppur via call center e news sul
relativo sito internet, anziché comunicati stampa ufficiali. Le scadenze di settembre e dicembre 2006 non hanno
avuto luogo.
Il nuovo Conto Energia
Grazie al D.M. del 19 febbraio 2007 il Ministero dello Sviluppo Economico ha
fissato i nuovi criteri per incentivare la produzione di energia elettrica da
impianti solari fotovoltaici. Il provvedimento consente di eliminare parte
delle lungaggini burocratiche che avevano appesantito il precedente "Conto
Energia". In particolare non è più necessario attendere l’accoglimento da parte del GSE (ex GRTN) delle tariffe incentivate, poiché una volta richiesto l’allaccio al Gestore di rete locale, si potrà procedere direttamente alla realizzazione dell’impianto, e dopo averlo collegato alla rete elettrica ottenere il riconoscimento
per 20 anni della tariffa incentivante in base al tipo di impianto realizzato.
Vengono ovviamente incentivate tariffe su impianti che favoriscono
l'accorpamento architettonico all'edificio per piccole produzioni. In questo
modo si è certi di poter superare in breve tempo il gap di produzione elettrica in questo
settore rispetto le altre nazioni europee. Un importante novità introdotta, confermata dopo alcune controverse interpretazioni dalla circolare
N. 66/E del 06/12/2007, riguarda il fatto che contrariamente a quanto previsto
per la vecchia normativa, ora la tariffa incentivante è applicata su tutta l'energia prodotta e non solamente a quella prodotta e
consumata in loco.
Regime fiscale
Il regime fiscale relativo all'incentivazione Con riferimento al trattamento
fiscale della tariffa incentivante, l'Agenzia delle Entrate ha emanato in data
19/7/2007 la Circolare n.46/E concernente la “Disciplina fiscale degli incentivi per gli impianti fotovoltaici”[1].
Per quanto concerne il trattamento fiscale della tariffa incentivante occorre
premettere che l'Amministrazione finanziaria ha chiarito che la stessa non è mai soggetta ad IVA, anche nel caso in cui il soggetto realizzi l'impianto
fotovoltaico nell'esercizio di attività di impresa, arte o professione, in quanto la tariffa incentivante si configura
come un contributo a fondo perduto, percepito dal soggetto responsabile in
assenza di alcuna controprestazione resa al soggetto erogatore.
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